Quando una donna non produce più ovociti, vuoi per fattori legati all’età o per patologie genetiche, interventi chirurgici, chemioterapie o altre cause o gli ovociti risultino di pessima qualità e non abbiano dato esito ad una gravidanza, l’ovodonazione rappresenta l’unica chance per avere un figlio.
Dove posso rivolgermi per accedere a questa tecnica?
Nel nostro Gruppo l’ovodonazione viene praticata nel nostro Centro di Pilsen (Repubblica Ceca) in quanto in altri paesi dove siamo attivi (Austria, Germania, Italia e Svizzera) l’ovodonazione non è consentita.
Chi è la donatrice?
Generalmente le donatrici sono studentesse, infermiere o giovani ragazze contattate direttamente dal nostro Centro di Pilsen oppure mediante materiale informativo disponibile presso Università o Studi Medici o mediante passaparola. Il presupposto è una integrità psicofisica oltre alla negatività di tutti i test previsti dalla normativa della Repubblica Ceca che sottostà alla normativa europea per la PMA. La donazione per legge sottostà all’anonimato reciproco. I dati sulla donatrice vengono per legge conservati in maniera riservata. La donazione non prevede una remunerazione diretta, ma un rimborso spese corrispondente all’impegno temporale agli spostamenti ed alla perdita di ore di lavoro a cui si sottopongono le donatrici.
Cosa posso sapere della donatrice?
Le riceventi possono avere informazioni dai medici del Centro riguardo alle caratteristiche fenotipiche senza che questo possa ricondurre all’identificazione della donatrice.
Le donatrici vengono assegnate tenendo conto, per quanto possibile, dei caratteri fenotipici della coppia ricevente (peso, altezza, massa corporea, colore dei capelli, colore degli occhi, gruppo sanguigno). Bisogna peraltro rimarcare che non sempre questo è possibile eseguirlo in maniera precisa e che molti caratteri fenotipici sono determinati da vari geni. Importante è anche l’imprinting dato al neonato mediante l’educazione fornita ed il contesto sociale in cui vive.
Quanti ovociti si ricevono?
Nel nostro Gruppo non si pratica l’ “egg-sharing” per cui mediamente la ricevente può contare su ca 10-12 ovociti. La stimolazione della donatrice viene applicata in maniera non eccessiva per tutelare la donatrice stessa e ridurre al minimo i rischi di iperstimolazione. Si pone molta attenzione alle implicazioni fisiche e psicologiche della donatrice. Si seguono inoltre in maniera estremamente rigida le prescrizioni giuridiche nazionali e le direttive europee.
Quali sono le procedure per ridurre al massimo la possibilità di trasmissione di patologie dalla donatrice?
La donatrice viene sottoposta a tutti gli esami previsti dalla legislazione compreso il seriato monitoraggio delle patologie infettive. In futuro la tendenza è di ricorrere sempre più crioconservazione embrionaria per poter avere un lasso di tempo maggiore nel controllo infettivologico. La crioconservazione embrionaria mediante le nuove tecniche permette alti indici d’impianto ed anche un ottimale sviluppo della mucosa uterina. I massimi indici d’impianto si ottengono nei protocolli di ovodonazione mediante il trasferimento di 1, massimo 2 embrioni in fase blastocitaria.