Ecco una forma di prevenzione alla quale molte giovani donne dovrebbero iniziare a pensare.
Ha fatto scandalo lo scorso settembre il Fertility day ovvero la giornata nazionale dedicata all’informazione sulla fertilità umana indetta dal ministero della Salute. Tutti ne hanno parlato, sparlato e straparlato ma una cosa è certa: l’età media della prima maternità per le donne italiane è di poco superiore ai 30 anni. Purtroppo però per una donna la fertilità è inversamente proporzionale all’età e partendo dal presupposto che la massima fertilità si ha tra i 20 e i 25 anni è chiaro il motivo per cui andando avanti con l’età le possibilità di avere un bimbo diminuiscono.
Riassumendo tutto questo in un grafico si capisce come mai tante coppie negli ultimi anni ricorrono alla procreazione assistita, senza aggiungere a questa problematica altri numerosi fattori che possono compromettere la fertilità femminile e/o maschile. età della donna fertilità:
età della donna | fertilità |
20-25 | ca100% |
26-29 | 80-100% |
30-35 | 50-55% |
36-39 | 18-25% |
40-44 | 5-7% |
45-49 |
Inf 1-2 % |
Il motivo del drastico calo della fertilità femminile in relazione all’età, come si desume dal grafico, è dovuto all’invecchiamento ovocitario: una donna alla nascita ha nelle ovaie tutti gli ovociti della sua vita (200-300.000) che nel corso del tempo non fanno altro che diminuire e invecchiare. Questa è la grande differenza con l’uomo che invece durante tutta la sua vita fertile (anche fino oltre 75 anni!) continua a produrre spermatozoi. Tutto questo porta a delle riflessioni molto profonde, calcolando lo stile di vita della nostra società attuale che porta, per scelta o necessità, a spostare sempre più oltre l’età di concepimento del primo figlio.
In vista di ciò sono tante le donne che, consapevoli di queste riduzioni di possibilità e nello stesso tempo di poter “arrivare più tardi” alla maternità decidono di affidarsi alla crioconservazione della propria fertilità, ovvero alla scelta di congelare i propri ovociti in un’età in cui il corpo ne produce in quantità e qualità maggiore. In questo modo è possibile posporre la propria capacità riproduttiva per il tempo desiderato, e mantenendo elevate (anche se ancora non identiche) le possibilità di ottenere una gravidanza con i propri ovociti crioconservati.
Gli indici di sopravvivenza allo scongelamento degli ovociti sono superiori all´80%, mentre gli indici di gravidanze ottenute variano notevolmente in relazione all´etá, qualità e quantità degli ovociti congelati. Gli ovociti si potranno conservare in crioconservazione per tutto il periodo desiderato, o di cui ha bisogno la paziente dato che non ci sono limiti di tempo. Tra le donne che si sottopongono a cicli di crioconservazione ci sono anche tantissime pazienti oncologiche, che grazie a questa tecnica possono posticipare la gravidanza a dopo il superamento della malattia.